lunedì 12 aprile 2010

Roy Miller? Meglio Jason Bourne.

Prima gli americani erano tutti buoni e i comunisti tutti cattivi (tranne quelli che disertavano), poi gli americani erano tutti buoni e gli arabi tutti cattivi. Ora ci sono gli americani buoni e gli americani cattivi. Gli americani buoni sono quelli che vogliono la verità, gli americani cattivi sono quelli che la insabbiano per i propri tornaconti.
Il capo Miller (Matt Damon), un ottimo caposquadra che fa il figo nel deserto con gli occhiali della Oakley, è un buono e vorrebbe far sapere la verità sulla guerra ai suoi connazionali, ma qualche viscido pezzo grosso dei servizi segreti è particolarmente determinato nel fermarlo.

Con GREEN ZONE, l'accoppiata Paul Greengrass - Matt Damon  prometteva dopo la saga di Bourne (episodio due e tre) una buona dose di inseguimenti, combattimenti, sparatorie, doppi giochi, tradimenti etc etc... per questo sono andato al cinema accompagnato da due amici maschi. Perchè c'è poco da fare, certi film vanno è meglio se li vedi con altri uomini. Il mio desiderio era quella di spengere il cervello e godersi due ore di film da duri, ma in realtà non è andata così. Forse per quello dovrò aspettare THE EXPENDABLES e A-TEAM...

Di sparatorie, inseguimenti etc. se ne vedono, ma tutto ciò è tenuto su un livello inferiore rispetto al focus principale della storia, ovvero la ricerca della verità su quelle fottute armi di distruzione di massa, con giochetti di spionaggio tra agenti segreti, politici, generali iracheni, soldati sboroni e giornalisti curiosi.  Le scene di azione non sono l'attrazione principale, sono solo un passaggio obbligato per portare avanti la storia. GREEN ZONE quindi assomiglia più a SYRIANA che alla saga di BOURNE dove lo spettatore era seduto in poltrona in trepidazione ed in attesa per il macello imminente che Jason stava per scatenare.
GREEN ZONE è diverso da BOURNE, non solo perchè con questo film Greengrass ha la pretesa di illustrare le menzogne che hanno portato all'invasione irachena e non di raccontare una "semplice" storiella di spionaggio, ma anche perchè  Baghdad era talmente distrutta che non avrebbe potuto sopportare nemmeno  un inseguimento o un combattimento con protagonista Jason Bourne. A Berlino causò più danni materiali che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale.


Matt Damon è perfetto nell'interpretazione di Miller, personaggio se l'avrei voluto un po' meno professionale e puro d'anima e un po' più duro e stronzetto. Se in Iraq ci fosse stato Jason, per primo la guerra se la sarebbe vinta da solo, e per secondo avrebbe fatto piazza pulita anche in casa americana.

Agli americani GREEN ZONE non è piaciuto abbastanza, forse perchè non è stata gradita l'interpretazione data alla vicenda di Greengrass. In Italia al botteghino non è andato benissimo, ma nemmeno male, incassando un milione di euro.
A me in sostanza,  è piaciuto ma non mi ha entusiasmato, mi è sembrato piacevole ma non eccezionale


p.s. per i pochi che non lo sapessero la "Green Zone" è la zona di Baghdad City in cui in relativa tranquillità gli americani dirigono le operazioni di guerra e se la spassano a bordo vasca sorseggiando birre.

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